Più argentino di così, difficile rivederlo. E allora, in tempi così nostalgici e così pieni del ricordo di Diego, l'immagine di Maradona con maglietta verde e cerchiata, pantaloncini grigi e scarpe bianche, è un tuffo al cuore. Lo è ancor di più se quel passato ritorna così forte proprio oggi. Oggi che quella sarebbe un'immagine da tutti i giorni.

La storia di Maradona e del Padel

Avete mai letto della storia di Maradona e del Padel? Si potrebbe quasi dire che sia stato lui, Diego, a portare questo sport a Napoli. Già negli anni Novanta, Maradona si divertiva con la racchetta bucherellata sui campi di Posillipo. Erano fatti per il tennis, ma per el Pibe li avrebbero trasformati anche in arene per lo squash.

Pareti alle spalle e Maradona al centro, a giocare on i suoi amici argentini nel pieno della bellezza napoletana. Per uno come lui, il Padel diveniva anche esercizio utile per il calcio: guardarsi le spalle, capire le sponde, tenersi in forma. Era un allenamento divertente e Maradona correva come sempre più di tutti, con la competitività massima negli scambi stretti e in quelli in cui c'era da mettere più potenza.

Il filo diretto con Belasteguin

Più di trent'anni dopo, a Napoli il Padel è un gioco per tutti, non solo per le divinità. Ma ai tempi, quelli di Diego, era un gioco prettamente colorato di albiceleste. Non è un caso che i migliori giocatori al mondo siano sudamericani e spagnoli. Il 'Maradona' del Padel? Certamente Fernando Belasteguin, che vive a Barcellona come ha fatto D10S.

L'idolo di sempre, ovviamente, è il giocatore di calcio più forte di tutti i tempi. Che manca come il primo giorno.

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