Dal sogno rincorso nel tennis, al sogno – realizzato – nel padel. Che storia, quella di Lorenzo Di Giovanni, 33 anni e di origini abruzzesi. E’ tra i convocati del CT Spector per gli Europei, a Wip Padel racconta la sua emozione.

Di Giovanni, ci racconta gli inizi?

Sono partito nel 2018 con il Padel. Seguivo Roberta Vinci nel tennis, ritiratasi a Roma nel 2018. Un po’ per scherzo, mi diceva: ‘Voglio provare il Padel, facciamo una partita!’. Ed è iniziata così, anche con il tarlo di Enrico Burzi, tra i più forti padelisti del nostro Paese, che continuava a ripetermi: gioca a Padel! All’inizio non ne volevo sapere, pensavo solo al tennis. Poi mi sono incuriosito, ho iniziato a giocare. E partita dopo partita... sono entrato nel loop!

Ci racconta anche l’incontro con il CT Spector?

Facevo il maestro di tennis a tempo pieno, quindi andavo a giocare nei ritagli di tempo, e di tempo libero ne ho sempre avuto poco. Allora mi sono detto: devo giocare? Allora mi deve anche servire. Non ho fatto partite così, tanto per divertirmi: volevo prepararmi con un allenatore. A Milano c’era Gustavo, me ne hanno parlato tutti bene. E abbiamo iniziato così.

Come sta andando la stagione?

La stagione sta andando molto bene, direi. Quasi oltre le aspettative. Abbiamo finito bene l'anno scorso, quest’anno abbiamo vinto tanti tornei e abbiamo battuto la coppia che ci aveva fatto disperare, Capitani e Cremona. Poi altri due risultati positivi nei tornei a Roma e Riccione, battendo due coppie spagnole molto forti, con un ranking importante. Sì, stagione nettamente al di sopra delle aspettative. Anche se ci sentivamo forti dopo il finale della scorsa annata.

Il livello in Italia si è alzato?

Si è alzato tantissimo. Ogni tanto con il mio partner – Riccardo Sinicropi, ndr - andiamo a rivedere la finale dei campionati italiani del 2019. Ci eravamo arrivati quasi per caso, ci sono alcuni video online e andiamo a ripescarle proprio per capire la differenza col passato. A parte la nostra crescita, gli altri italiani sono migliorati tantissimi. Proprio tutti. Rispetto a due anni fa, un abisso.

Il boom in Italia come se lo spiega? “Merito” delle chiusure o è scattato qualcosa?

Secondo me è un po’ di tutto. Mi sono fatto l’idea che sia stato un insieme di cose. Prima di tutto, a parte le chiusure, è stato un momento in cui il padel è diventato di moda. Ma la moda non è sufficiente. Essendosi alzato il livello, di allenatori e giocatori, si è alzato anche quello dei maestri. E ora la gente gioca, prende lezione e impara di più. Da semplice moda, una volta che s’impara a giocare, si diventa quasi agonisti. Vai a giocare perché ti piace e basta, e prendi lezioni, e vai da chi ti può insegnare. Questo farà la differenza nei prossimi anni. La chiave per divertirsi è capire il gioco.

Rappresentare l'Italia agli Europei: cosa vuol dire?

Per me vuol dire tantissimo, speravo nella convocazione, avevo fatto risultati importanti e tutto ciò che serviva. Ho visto la mail e… mi sono sentito male (ride, ndr). Il sogno di tutti, credo, è poter indossare la casacca azzurra. Giocare per il tuo paese.

Programmi per il futuro?

Ci sono tanti tornei, l’idea sarebbe giocare a livello internazionale con più continuità, inserirci in quel tipo di circuito. Vediamo come andrà, ora che avremo anche più tempo…

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